I Nostri Grandi: Italoamericani alla Ribalta.
ALFREDO DE PALCHI.
Pubblicato su L’IDEA N.74, Vol.I, 1999, NY
Da quarant’anni araldo della poesia italiana negli USA, Alfredo de Palchi è lo sponsor, tramite The Sonia Raiziss Giop Foundation del Bordighera Poetry Prize e del Raiziss/de Palchi Translation Awards della Academy of American Poets. Tra le sue molte collaborazioni vogliamo ricordare le riviste TESTO A FRONTE, YALE ITALIAN POETRY, L’ANELLO CHE NON TIENE, GRADIVA e CHELSEA, della quale è redattore (senior editor).
Molte e pregiate le sue traduzioni di poeti italiani, sia in volume che in prestigiose riviste americane quali POETRY e ATLANTIC MONTHLY.
Poeta di ottima qualità (il suo più recente libro è recensito in questo numero nella rubrica Abbiamo Letto Per Voi), de Palchi è stato pubblicato da Mondadori, Bantam Books, Xenos Books, Campanotto, Gradiva, October House e Caramanica.
Queste premesse ci possono dare un’idea della rilevanza del suo lavoro sia come traduttore che come poeta. Ciononostante molti di noi non conoscono questo brillante uomo di lettere. Perché questa vasta lacuna nella nostra cultura? Lasciamo parlare l’autore:
– –Purtroppo ho la brutta opinione di aver sprecato quarant’anni della mia vita per aver seguito la strada polverosa della poesia italiana negli Stati Uniti. I risultati? Scadenti. Prima dovetti affrontare insidie, invidie e la meschinità di certi individui; poi dovetti riconoscere che il mio cognome non era… quello di altri illustri…mai nessuno qui e in Italia che abbia menzionato il mio operato. Solo da poco tempo è timidamente menzionato e per motivi quasi forzati.
Voglio sottolineare che non si trattava di opere mie personali. Se alcuni autori americani si misero a tradurre poeti italiani, lo devono a me, anche se non lo ammettono. – –
I punti di riferimento per l’informazione concernente i poeti di Lingua negli USA sono pochi: le università, i mass media in Lingua e l’Istituto Italiano di Cultura. Gli atenei che hanno corsi di letteratura italiana o di studi italoamericani lo hanno pressoché ignorato, e la stampa ha le sue limitazioni, come già sappiamo. L’autore commenta al proposito:
– –…i giornali e le riviste mai che ne abbiano scritto. Se gli Italiani si comportano in questa maniera, perché meravigliarsi se gli americani usano la stessa indifferenza? – –
L’Istituto Italiano di Cultura di New York non lo ha mai invitato a parlare nella sua sede, nonostante in esso vi sia “passata una marmaglia di minimi italiani“, a seconda di de Palchi.
Non amareggiato, ma deluso dalla mancanza di collaborazione dell’élite culturale italiana di New York. La difficoltà enorme che s’incontra nel far conoscere la poesia in generale è accresciuta nell’evento di poesia in traduzione perché, come asserisce de Palchi, “il lettore americano, insieme al poeta americano, non è curioso di conoscere la poesia straniera. Non è così in Italia. Il lettore italiano, insieme al poeta italiano, dovrebbe ricambiare il favore“.
A proposito del lavoro di traduzione, de Palchi definisce il traduttore ideale come “un artista, poeta abile di creare dal materiale tradotto la propria poesia e che le versioni devono essere fedeli, non al suono e all’immagine, ma al concetto, anche se questo rimane oscuro“.
Alfredo de Palchi è un maestro della traduzione che ha permesso la divulgazione della poesia italiana negli USA e ci pare opportuno fare appello alle varie associazioni culturali ed in particolare all’Istituto Italiano di Cultura, di tenere presente in futuro, nelle proprie manifestazioni, non solo il suo nome, ma anche quello di tanti altri che diffondono la nostra cultura nel sistema americano e che hanno la sola pecca di non essere docenti universitari o di non avere agganci politici.