La Voce Italiana in Nord America: Interviste a vari direttori di pubblicazioni italiane in America

Di Tiziano Thomas Dossena

Pubblicato su L’IDEA N.8, Vol.II, 2001, NY

Pubblicare in Lingua nell’America settentrionale è sempre stato, per i pochi coraggiosi che hanno affrontato il progetto con l’intenzione di offrire un prodotto continuo, un’impresa complessa e difficile. Quanto è vero che gli Italiani in questo continente raggiungono alti numeri, i lettori sono pochi, sparpagliati e non sono molto predisposti ad offrire dei feedback. Cercare di analizzare le possibili ragioni che creano questo substrato sociale così ostico alla stampa periodica in italiano sarebbe un lavoro di ricerca interessante, e speriamo che sia affrontato in futuro da qualche studioso di sociologia. Da parte nostra sappiamo di sicuro che l’italiano medio, purtroppo, non legge molto (statistiche italiane) e molto probabilmente questo difetto se lo sarà portato appresso anche all’estero. Quello che legge, molto spesso evita il prodotto di lingua italiana perché l’accusa carente o di stile o di contenuto.  Quest’accusa, però, è frequentemente infondata ed è più una convinzione pregiudiziale che non una sapiente critica. Abbiamo esaminato i periodici italiani presenti nel Nord dell’America e dobbiamo sostenere tutto il contrario. Non c’è nulla da invidiare da parte loro alla stampa italiana pubblicata in patria. Certo, a volte il contenuto, specialmente negli articoli che toccano la politica o l’amministrazione governativa italiana, è più “annacquato” per renderlo più digeribile al lettore emigrato che vuole conoscere i fatti ma non è interessato a tutti i dettagli, non vivendo le problematiche locali italiane giorno per giorno direttamente. È vero anche che i nostri periodici parlano delle associazioni e delle loro attività, rendendosi colpevoli di provincialismo agli occhi degli italiani che non sono emigrati. I nostri lettori però sono consapevoli dell’importanza che queste associazioni hanno in seno alla nostra comunità nordamericana, e di conseguenza anche dell’influenza che hanno su di essa e sulla società che la ospita. Noi emigranti non abbiamo le identiche necessità di chi la patria non l’ha mai lasciata, di conseguenza i nostri periodici rifletteranno sempre questa caratteristica, e nell’eventualità non lo facciano, la loro fine è segnata. Molti sono stati le pubblicazioni che sono apparse e scomparse negli anni. Alcune forse meritavano di sopravvivere, ma il contesto lascia poco spazio per gli errori e chi ha sbagliato ha pagato con la cessazione dell’esistenza. In quest’articolo vi presentiamo quattro interviste. La prima, che è stata quella che ha stimolato ulteriori indagini da parte nostra, è al Direttore d’America Oggi, il quotidiano italiano negli USA per eccellenza, il quale tratta con efficacia alcuni di questi argomenti. Le altre tre sono ai direttori della rivista mensile Gente d’Italia, pubblicata in Florida, della rivista bimensile canadese Puglia Review e della rivista mensile bilingue Fra Noi, pubblicata a Chicago. Nel corso di quest’inchiesta, ci furono segnalate altre testate (Non Solo Pasta, Dolce Vita, Il Ponte ItaloAmericano), ma con nostro gran dispiacere abbiamo dovuto riscontrare la loro “estinzione”. Uso questo termine perché ritengo che in un certo qual modo i periodici italiani nell’America settentrionale sono rari e sempre minacciati di “estinzione”, proprio come certe specie d’animali, ed anche perché è possibile che alcune di queste testate abbiano ripreso a funzionare, forse sotto altra direzione o in altre città, e che per ragioni non subito discernibili si è solo persa la loro traccia apparente. Qualora fosse così, sarò lieto di correggermi al proposito.

AMERICA OGGI

Risponde Andrea Mantineo, Direttore

 

L’IDEA: Da quanto tempo lei è il direttore di America Oggi e quali altre esperienze giornalistiche ha avuto?
Mantineo: Sono direttore di America Oggi – che ho fondato assieme ad altri 22 colleghi licenziati dal Progresso Italoamericano – dalla sua nascita nel novembre del 1988. Ricopro anche la carica di presidente del Gruppo Editoriale Oggi, società editrice del quotidiano. Sono giornalista professionista dal 1965 e ho lavorato a un quotidiano di Messina prima di essere chiamato, nel 1970, da Fortune Pope al Progresso Italoamericano, del quale sono stato caporedattore e direttore.

L’IDEA: Quando e in quali circostanze nacque America Oggi?
Mantineo: Il giornale, come parecchi ricordano, ha avuto un inizio drammatico. Abbiamo deciso di pubblicare un nuovo quotidiano in lingua italiana negli Stati Uniti per disperazione, dopo essere stati tutti licenziati in tronco dal Progresso, al termine di una lunga e accesa vertenza sindacale. Siamo partiti con tanta determinazione ma con risorse limitatissime: meno di centomila dollari.. Li abbiamo spesi subito per affittare una sede, comprare dei computer e della mobilia da ufficio usata e pagare lo stampatore per le prime due settimane. Quindi abbiamo dovuto racimolare altri fondi indebitandoci personalmente perché nessuna banca era disposta a concedere prestiti a una società appena nata e senza garanti alle spalle. Abbiamo lavorato con impegno e senza stipendio per circa cinque mesi ma alla fine siamo riusciti a mettere k.o. il Progresso che aveva ripreso le pubblicazioni con personale fatto venire in gran parte illegalmente dall’Italia. Nel contempo la vertenza intentata davanti alla magistratura del lavoro americana è andata avanti e alla fine ci ha dato ragione. Il giudice ha deciso che avevano diritto alle liquidazioni di anzianità e alle ferie arretrate previste dal contratto: circa un milione e mezzo di dollari. Purtroppo, quando è stata emessa la sentenza, del Progresso non esisteva più niente: né la società, né i beni, né i responsabili. A consolarci c’è però il fatto che avevano creato dal nulla un giornale senza padroni e potevamo gestirlo come volevamo.

L’IDEA: Qual’è la diffusione del giornale e dove viene distribuito?
MantineoAmerica Oggi tira in media 50mila copie giornaliere e si trova in edicola in tutti gli Stati della costa atlantica settentrionale, dal Vermont al Maryland. Raggiungiamo anche Miami, Los Angeles e Chicago, anche se con un numero limitato di copie. Abbiamo inoltre un migliaio di abbonati sparsi un po’ in tutti gli Stati dell’Unione.

L’IDEA: Quali sono gli ostacoli maggiori incontrati nel passato?
Mantineo: Gli ostacoli incontrati nel passato, e che sono anche quelli attuali, sono vari e riguardano la necessità di gestire il giornale in modo economico, non avendo alle spalle editori a cui rivolgerci; l’esigenza di dover sempre allargare l’area di diffusione dato che gli italiani sono sempre più integrati nel tessuto sociale americano e sono ormai sparsi sul territorio e, di conseguenza, l’esigenza di reperire sempre più inserzionisti che si rivolgono a un mercato regionale o nazionale. Nonostante ciò, la nostra azienda è costantemente cresciuta in tutti questi anni: il bilancio di gestione per l’anno 2000 ha superato i dieci milioni di dollari. Abbiamo attualmente oltre quaranta dipendenti a tempo pieno, decine di collaboratori e corrispondenti.

L’IDEA: Quali sono le complicazioni o difficoltà più notevoli che si incontrano nel
pubblicare e diffondere un giornale in lingua italiana negli Usa?
Mantineo: Le difficoltà economiche e tecniche sono tantissime. Riguardano da un lato la confezione del prodotto, che deve essere il più completo possibile perché si rivolge a un pubblico quanto mai eterogeneo per età, provenienza geografica, interessi politici, culturali e sportivi. È necessario quindi disporre delle maggiori agenzie di stampa italiane e americane, di una rete quanto più estesa possibile di collaboratori, di uno staff redazionale al tempo stesso esperto ed efficiente. Poi bisogna tener conto dei problemi della diffusione, della necessità di andare in stampa ad una certa ora per far sì che il giornale raggiunga le aree più remote di diffusione. Come dicevo, occorre adeguarsi costantemente alla mutevole demografia della comunità italiana in America, “inseguire” i lettori nei loro spostamenti, riuscire a portare il giornale nelle edicole vicine ai loro nuovi luoghi di residenza. È un compito difficile e anche costoso.

L’IDEAParliamo dell’alleanza con La Repubblica; qual’è lo scopo della distribuzione
di due testate al prezzo di una e per quanto tempo vi prefiggete di continuare
tale distribuzione?

Mantineo: L’accordo riguarda esclusivamente la distribuzione congiunta dei due giornali. È stata La Repubblica a proporcelo. Anni prima la stessa proposta ce l’aveva fatta Il Corriere della Sera, ma l’avevamo rifiutata. Dopo alcune titubanze, abbiamo invece accettato l’offerta de La Repubblica perché ci ha fornito garanzie che abbiamo ritenuto sufficienti, soprattutto per quanto riguarda la difesa della quota di mercato di America Oggi. In altre parole abbiamo ritenuto la collaborazione vantaggiosa per tutti: per la Repubblica perché le consente di avere negli Usa una diffusione che altrimenti non avrebbe mai avuto; per America Oggi, soprattutto da un punto di vista d’immagine, essendo abbinata a uno dei più prestigiosi quotidiani italiani; e per i lettori i quali, senza alcun costo aggiuntivo, hanno la possibilità di avere due giornali a disposizione, di
confrontarli e di decidere sulle diverse impostazioni, tenendo presente però che uno è confezionato a migliaia di chilometri di distanza per un pubblico italiano e l’altro edito in loco per gli italoamericani. L’accordo con La Repubblica, della durata iniziale di tre anni, scade alla fine del 2001 ma può essere rinnovato di due anni alla volta.

L’IDEA: Avete in programma delle novità per il prossimo futuro?
Mantineo: Il nostro obiettivo è di proporre ai lettori un prodotto sempre più moderno utilizzando le tecnologie di produzione e stampa più avanzate. In quest’ottica va intesa la recente trasformazione grafica e di contenuti. L’uso della quadricromia nella prima e ultima pagina è stata particolarmente gradito dalla stragrande maggioranza dei lettori. Quanto prima introdurremo il colore anche in alcune pagine interne. Inoltre, entreremo nel campo della multimedialità con un sito Internet nel quale troveranno posto le notizie e i servizi di particolare interesse per gli italiani d’America. Infine, è allo studio un progetto di teletrasmissione e stampa di edizioni della West Coast e della Florida. Prima di attuarlo bisognerà naturalmente fare un’attenta analisi dei costi e dei possibili ricavi.

PUGLIA REVIEW

Risponde Emilio Alusio, Direttore Responsabile

L’IDEA: Quando e in quali circostanze nacque la Vostra rivista?

Alusio: La testata Puglia Review: trimestrale bilingue canadese, è nata ufficialmente nella  primavera del 1999, ed è raggiungibile anche sul sito Web www.pugliareview.com. Tuttavia, già nel 1989 un’altro periodico canadese, Puglia Unita, da me edito e diretto, vide la luce quando l’associazionismo apulocanadese cominciava a muovere i primi passi nelle comunità del territorio.

L’IDEA: Qual’è la diffusione della rivista e dove viene distribuito?
Alusio: Le migliaia di copie stampate e distribuite sono fornite alle Associazioni, Club apulo-canadesi, Centri italiani, enti ed istituzioni, come pure l’Ambasciata, consolati generali, sedi di Comites, Patronati, negozi selezionati. Puglia Review è diffusa anche nel corso della manifestazioni culturali e sociali, e si avvale di una “mailing list”.

L’IDEA: Quali sono le complicazioni o difficoltà più notevoli che si incontrano nel pubblicare e diffondere un giornale in lingua italiana negli Usa?
Alusio: Personalmente vorrei sottolineare che la più grande difficoltà, per la nostra testata, rimane la latitanza delle provvidenze per la Stampa italiana all’estero, da parte delle istituzioni regionali e italiane. Tale lacuna è colmata dagli sponsor italocanadesi che, col loro sostegno promozionale, ci consentono di sostenere i costi operativi. Grazie a loro continuiamo a registrare un crescendo di consensi e gratificazioni.

L’IDEA: Avete in programma delle novità per il prossimo futuro?
Alusio: Avremmo diversi progetti in cantiere, ma dobbiamo essere realisti. Si potrà fare quelle cose che ci saranno consentite dalle circostanze di natura, lo ripeto, economica, di potenziale umano e professionale. Per esempio, aggiornare le ricerche sulla storia dell’immigrazione pugliese in Canada; ampliare geograficamente le interviste a quelle persone affermatesi in Canada; arricchire il pool di collaboratori; promuovere manifestazioni culturali; dare maggior protagonismo ai giovani; portare l’intera  rivista “online” e, dulcis in fundo, aumentare la pagine. Queste, in teoria, le previsioni!

GENTE D’ITALIA

Risponde: Mimmo Porpiglia, Direttore Editoriale

 

L’IDEA: Quando e in quali circostanze nacque la Vostra rivista?
Porpiglia: Nell’ottobre del 1994, a cena, nel ristorante San Domenico di New York, con il proprietario Tony May e con alcuni colleghi inviati ( Gianni Perrelli, Ennio Caretto, Franco Manzitti, Guido Barendosn, Filippo Pepe, Federico Guiglia, Luciano Lombardi ) con i quali ho trascorso 35 anni di vita giornalistica in giro per il mondo. Si avvertiva e si avverte tuttora l’esigenza di un periodico che affronti con maggiore incisività i problemi degli italiani all’estero ( il voto, i consolati che non funzionano o che funzionano male, le lunghe file agli sportelli per avere documenti e passaporti, le aziende italiane che vogliono fare “business” negli Stati Uniti e nel mondo, la realtà di piccoli e medi imprenditori che, dopo anni di sacrifici fuori dall’Italia hanno sfondato e vogliono farsi conoscere dai loro “simili” usando soprattutto la lingua italiana, vituperata e relegata agli ultimi posti nel sistema planetario. E soprattutto la salvaguardia della lingua italiana all’estero, con gli istituti di cultura, la Dante Alighieri, le scuole e l’insegnamento dell’italiano all’estero). Ma non solo. Ci siamo sforzati, dopo quattro anni di prove e controprove, numeri zero e riunioni, di fare un giornale senza retoriche della nostalgia, cercando di seguire il filo comune di italianità che, sia pure in punti così lontani, e con costumi così diversi, leghi i nostri flussi di emigrazione. E, interpretando lo spirito della globalizzazione, stiamo tentando un esperimento inedito: creare un network mondiale che sappia mettere in contatto fra loro i vari nuclei. Che spieghi in altre parole all’italiano di New York come vive e produce l’italiano di Buenos Aires , che illustri all’emigrato di Toronto le possibilità di entrare in affari con il compaesano di Los Angeles. Poi, nel settembre del 2000, otto giornalisti professionisti fra i quali il sottoscritto, ci siamo tassati con una quota di 100mila dollari ciascuno ed abbiamo cominciato l’avventura con il primo numero uscito in contemporanea a Miami, New York e Roma. Da allora siamo ogni mese nelle edicole di tutto il mondo.

L’IDEA: . Qual è la diffusione della rivista e dove viene distribuito?
Porpiglia: Innanzitutto via Internet. Il nostro sito www.gented’italia.com è visitato ogni mese da oltre trentamila italiani. Per quanto riguarda la diffusione cartacea, cioè il giornale, bisogna partire da una quota consistente negli USA ed in Canada, poi in Centro e Sud America, in Australia, in tutte le Ambasciate e consolati italiani del mondo. La distribuzione viene effettuata dal New York Times per quanto riguarda lo stato di New York ed il New Jersey, poi a Boston, Chicago, Philadelphia, Los Angeles e San Francisco, il Centro America (Panama, Santo Domingo, Costarica), il Venezuela, il Brasile e l’Argentina, ( dove distribuiamo 30mila copie, 10mila di queste alla Camuzzi che le distribuisce a tutti i propri abbonati ), il Cile, in Italia alle camere di commercio, alla CONFINDUSTRIA, alla Camera ed al Senato. Ed inoltre, ogni giorno, a bordo di tutti i voli intercontinentali ALITALIA ( 30mila copie al mese ).

L’IDEA:  Quali sono le complicazioni o difficoltà più notevoli che si incontrano nel pubblicare e diffondere un giornale in lingua italiana negli Usa?
Porpiglia: Per pubblicare, nessuna, anche perché i costi della stampa sono nettamente inferiori a quelli dell’Italia dal momento che la carta costa molto di meno. Per la diffusione, invece, i problemi sono infiniti, perché siamo costretti a dover trattare con personaggi incredibili. Che possono anche risponderti, senza nemmeno vedere il prodotto “Non mi sta bene…” A noi è successo proprio pochi mesi fa, con il proprietario di una impresa di distribuzione di New York, purtroppo l’unica, la quale, avendo il mercato nelle mani, fa il bello ed il cattivo tempo. Una vera mafia…Ne sa qualcosa il Corriere della Sera che non ha potuto distribuire come voleva dall’altra parte degli USA, sul Pacifico tanto per intenderci, perché questo signore, un italiano, (sic!) fissa il prezzo che vuole, altissimo, oltre il 50% del prezzo di copertina, e poi si reputa una sorta di ducetto, ignorando che distribuire giornali non è come distribuire caramelle o gelati. Si tratta di giornali in italiano che fanno informazione… Eppure risponde, senza nemmeno rendersi conto di cosa dovrebbe distribuire “Non mi piace, non lo distribuiamo…” Speriamo che le cose cambino con il nuovo governo e che si normalizzi anche il capitolo relativo all’informazione che è un diritto per tutti gli italiani che vivono all’estero.

L’IDEA:  Avete in programma delle novità per il prossimo futuro?
Porpiglia: Per il prossimo anno, contiamo di uscire ogni sette giorni. Ad un prezzo di copertina più popolare ( un dollaro ) Cercheremo di fare un settimanale con un occhio particolare all’economia, alle piccole imprese, alle storie degli italiani del mondo. Perché è il business che muove il mondo. Ed in Italia si sa poco, o quasi nulla sui nostri compatrioti all’estero. Manca del tutto l’informazione di ritorno. Cosa fanno, come vivono, cosa producono…

MENSILE FRA NOI (Chicago)

Risponde Patrick Capriati, Editore della sezione in Lingua.

 

L’IDEA: Quando e in quali circostanze nacque FRA NOI?
Capriati: La ns. rivista nacque circa quarant’anni fa da una “newsletter” pubblicata per Villa Scalabrini (casa di riposo per anziani d’origine italiana).

L’IDEA: Qual è la diffusione della rivista e dove viene distribuita?
Capriati: Diffusione: 7.500, copie distribuite negli USA per posta. La rivista è inoltre disponibile presso numerosi punti vendita italiani nella zona metropolitana di Chicago

L’IDEA: Quali sono le complicazioni o difficoltà piů notevoli che s’incontrano nel pubblicare e diffondere un giornale in lingua italiana negli USA?
Capriati: Innanzi tutto, il nostro mensile (in formato tabloid) è un giornale bilingue (90% scritto in inglese e ca.10% in italiano). I nostri lettori sono prevalentemente oriundi Italoamericani, seguiti da persone di lingua italiana.
La sezione italiana (della quale sono il nuovo editore) č composta di pagine dedicate a:
Cronaca – Vita Italiana; Politica; Arte e Cultura; Musica e Spettacolo; Sport; Economia; Notizie dalle Regioni; Riflessioni (pagina spirituale/religiosa); Parliamone (notizie locali e attività sulla comunità italiana di Chicago);
L’Angolo d’Italia (parte editoriale a mia disposizione).
Essendo una rivista bilingue, non abbiamo le tipiche difficoltà di pubblicazione o diffusione di riviste e/o giornali strettamente in lingua italiana.

L’IDEA: Avete in programma delle novità per il prossimo futuro?
Capriati: Le novitŕ per il prossimo futuro sono di: ampliare la sezione italiana e di sviluppare edizioni “regionali” di FRA NOI in altre città degli USA con un’alta concentrazione d’Italiani e/o d’Italoamericani.