Angelo Venuto, dall’Italiano a Sweet Caroline

Angelo Venuto

Pubblicato su L’IDEA N.19, Vol.II, 2004, NY

Salito alla ribalta con la versione techno (in altre parole da Club o discoteca) della canzone L’Italiano, che l’autore Toto Cutugno presentò a Sanremo nel 1984, Angelo Venuto si è ripetuto in breve tempo con Ti Amo di Umberto Tozzi e Sweet Caroline di Neil Diamond. Amato dai giovani, anche da quelli che l’italiano non lo capiscono molto, Angelo è riuscito, dopo più di trent’anni spesi nel mondo della musica come professionista, a sfondare nelle Hit Parade americane, guadagnandosi l’ambito primo posto sia nelle classifiche radio sia in quella della rivista Billboard. È certamente un successo meritato, e la nostra rivista è più che orgogliosa di averlo avuto come showman, in occasione della serata dedicata al concorso di Miss Idea, e di potere presentare quest’intervista che egli ci ha cortesemente concesso.

L’IDEA: Angelo, ti conosco sia come elemento del complesso musicale Caleps sia, più recentemente, dei Sicilians, ma ora sei colonna portante del complesso Voices. Puoi spiegarmi quest’evoluzione e che cosa rappresenta dal punto di vista musicale?
Angelo Venuto: I Caleps è il mio primo complesso, formato con i miei fratelli maggiori; poi ci siamo divisi ed ho ritirato il nome. I Sicilians è il nome che viene usato quando facciamo attività legate alla radio, per distinguerle da quelle tipiche connesse agli spettacoli tipo matrimoni, dove usiamo il nome Voices. I Sicilians è in realtà un gruppo di produttori, promotori, DJ, che si sono uniti per far nascere “L’Italiano”. Quando facciamo i concerti, però, chiamiamo il complesso Sicilians perché non posso andare sul palco con i produttori ed i DJ e così il nome viene usato dai musicisti. Il mio vero complesso nuovo è Voices, composto dai miei fratelli Salvatore e Carmelo, da Alessandro Colemme, Lisa Messina e, naturalmente, io.  Quando facciamo i concerti grandi a poco a poco abbandoniamo il nome Sicilians ed entra Voices.

L’Idea: L’Italiano, Ti Amo, Sweet Caroline, tutti remix di canzoni famose che ti hanno portato un enorme successo. Hai progetti musicali simili per il prossimo futuro, vale a dire, continuerai in questa direzione oppure produrrai canzoni originali?
Venuto: Io ho registrato molte canzoni originali, come Mi ManchiProprio TuUomo InnamoratoPrime Ore Di VoloLiving In A Dream ed altre. Anche nel CD dei Sicilians ci sono quattro canzoni originali. One Love, che dà il titolo all’album, è una canzone nuova, per esempio. In questo CD ci sono, oltre a queste canzoni originali ed ai remix che hai elencato tu, anche dei rimpasti di canzoni del passato come Volare e Marina, che mette a contrasto il rap giamaicano con la mia versione di rap in italiano ed in latino. In quest’interpretazione si siamo sforzati di gettare un ponte verso il ritmo di quest’isola, usando produttori e vocalisti giamaicani autentici ed abbiamo prodotto una “vera” musica giamaicana, ma italiana allo stesso tempo. In quest’album c’è anche un duetto con Reyna, una cantante americana famosissima. Abbiamo cantato una canzone di Boccelli, Vivo Per Lei

L’Idea: Le canzoni originali di questo CD sono di autori che tu conosci personalmente o…
Venuto: No, quelle originali le ho scritte io, con testi di Franco Triolo, un mio amico. Nel prossimo album, Sweet Caroline, ci saranno quasi tutte canzoni originali.

L’Idea: Che effetto fa cantare accanto a nomi del calibro di Dean Martin, Tony Bennett, Ray Charles?
Venuto: Quando abbiamo partecipato allo spettacolo “Miracle on 34th Street, al Madison Square Garden, eravamo con Brittney Spears, Ray Charles, Liza Minelli, Patty LaBelle, Luther Vandross. Io mi vedevo dall’esterno, come in un esperienza extracorporea. Mi ricordo che prima di me c’era Patty LaBelle ed io attendevo ansioso. Le luci, i suoni, tutto mi pareva diverso dal solito. Poi, quando siamo entrati in scena, tutto il pubblico si è alzato. Abbiamo attaccato con L’Italiano ed è stata un’esperienza straordinaria… Il giorno dopo i giornali scrissero che i migliori interpreti della serata erano Angelo Venuto, Patty LaBelle e Luther Vandross… Capisci, hanno nominato pure a me, un emigrante siciliano, un italiano, davanti a nomi di quel livello… è stato un grande onore. Una cosa che mi ha sorpreso, inoltre, è stato scoprire che all’uscita mi aspettavano molti ammiratori per ottenere l’autografo e tra di questi c’erano orientali, ebrei ortodossi, negri, latini, un po’ di tutto insomma.

L’Idea: Qual è stata la tua più grossa soddisfazione musicale?
Venuto: Certamente quella del Madison Square Garden, però anche i concerti promossi dalla radio KTU ci hanno portato grandi emozioni. A Jones Beach, per esempio, quando siamo saliti sul palcoscenico abbiamo notato che c’era nel pubblico una marea di bandiere italiane, spettatori con magliette azzurre che gridavano “Forza Italia”… una presenza italiana notevole insomma. Questo mi ha commosso e mi ha inorgoglito. Forse stiamo facendo proprio una cosa buona, portando nella società americana una presenza italiana diversa che svia dai soliti discorsi sulla mafia. L’Italiano, del resto, è stata l’unica canzone in italiano numero uno nelle classifiche radio americane, e lo è stata per tredici settimane.
Sweet Caroline è diventata la sigla della squadra di baseball Red Sox, vincitrice del campionato mondiale, che mi ha invitato a cantare a Boston il due dicembre prossimo.

L’Idea: In qualità di uomo, e non come cantante, qual è stata la tua più grossa soddisfazione?
Venuto: La famiglia, certamente. Mia figlia Maria ha ventuno anni, Concetta deve farne venti a Novembre ed Alessa ha sei anni. Maria e Concetta mi scrivono le canzoni adesso. Nel prossimo album l’ottanta per cento delle canzoni saranno loro composizioni, sia parola sia musica. Poi devo ringraziare mia moglie che capisce le necessità del mestiere… se avessi avuto una moglie che non capiva, non sarei riuscito ad arrivare a questo livello… Quando facciamo i concerti grossi, le crociere, oppure andiamo in altre città, me la porto con me, così mi fa da manager in queste occasioni…

L’Idea: Hai mai fatto concerti in Italia?
Venuto: Nel 1989 abbiamo fatto una serie di concerti in Sicilia. Oltre a ciò, negli ultimi anni abbiamo fatto una crociera annuale con delle fermate in Italia e concerti locali. Abbiamo un nostro folto seguito d’ammiratori che ci seguono in tutte queste crociere…

L’Idea: se tu avessi l’opportunità di scegliere un cantante con cui fare un concerto o una tournee, chi sarebbe e perché?
Venuto: Perché la mia vita sia completa vorrei potere incontrare Paul McCartney. Lui ed i Beatles sono il mio idolo. L’ho visto due volte in concerto e per me lui è un’ispirazione. Io canto la sua musica e se lo incontrassi gli chiederei se i suoi figli si rendono conto di chi lui sia veramente, se lo apprezzano come artista o se lo considerano solo come padre…;

L’Idea: Lo sapranno indiscutibilmente dopo, come quasi tutti i figli delle persone famose… Tu hai parlato di transatlantici e di crociere… Come definiresti l’esperienza a bordo di queste navi in contrasto con le serate nei locali?
Venuto: La nave è una tradizione che abbiamo ogni anno e tutti i partecipanti attendono con ansia questa crociera che noi facciamo con l’Agenzia Italia. In queste crociere noi ci divertiamo e quando suoniamo è molto diverso dalle serate perché il pubblico è formato da amici, conoscenti, sostenitori provenienti da Brooklyn, Chicago, California ed alcuni addirittura dall’Italia. Nei concerti il pubblico è formato principalmente da estranei, mentre nelle crociere è come una famiglia grande che va in vacanza con noi.

L’Idea: Noto che ritieni l’entusiasmo dei primi anni per la canzone…
Venuto: Io ho iniziato a cantare quando avevo dodici anni ed ancora non lo sento come un lavoro… è qualcosa che è nel sangue…ci piace ed è sempre come la prima volta.

L’Idea: Quando parlano di remix, di DJ, musicalmente, o meglio in relazione alla produzione del pezzo musicale, a cosa si riferiscono?
Venuto: Tutto nasce nell’ambito dei Club, dove per ragioni tecniche non si vuole interrompere la musica e si continua con un ritmo di base anche se la canzone cambia ed ecco che nasce la canzone di versione techno. Alla gente queste versioni da Club sono piaciute molto e così pensai di fare una versione de L’Italiano con il mio amico DJ Sergio, che l’ha lanciata nelle varie discoteche, ottenendo un consenso di pubblico straordinario. In una di queste serate c’erano i presentatori della stazione KTU di New York, che chiesero al DJ come mai la gente era entusiasta di questa canzone cantata completamente in italiano. Il DJ poté dire solo che era una canzone nuova di un certo Angelo Venuto, ma che la gente pareva riconoscere ed amare la canzone. KTU decise di suonare la canzone alla radio in occasione della festa di San Gennaro. La stazione venne sommersa di telefonate ed il produttore decise di continuare a suonarla a richiesta. La sorpresa fu che è stata la canzone più richiesta nella storia della KTU.
La cosa più buffa a proposito de L’Italiano è che fu registrata in una casa privata e non in uno studio, con le macchine che sfrecciavano nella strada, un microfono che non ti dico… con delle cuffie dalle quali sentivo solo da un orecchio e con la voce che mi arrivava con l’eco. Decisi così di abbandonare le cuffie e di cantare direttamente, senza alcuna prova, e così la registrammo in una tirata unica, senza ripetizioni. Toto Cutugno mi ha personalmente ringraziato…Devi pensare che Cutugno venne in America, prima di lanciare la canzone a Sanremo, e fece una tournee con noi. Nel camerino ci fece sentire la sua nuova canzone e noi bonariamente lo prendemmo in giro perché parlava di spaghetti al dente e poi vedi che successo ebbe la canzone, e dopo tutti questi anni proprio noi l’abbiamo ripresentata al pubblico ed ancora è piaciuta.

L’Idea: Molti dei nostri lettori e sostenitori li hai incontrati l’altra sera in occasione di Miss Idea. Hai un messaggio da lanciare a questi nostri e tuoi amici?
Venuto: Un saluto a tutti ed un ringraziamento a tutti gli italiani che partecipano alle varie attività italiane in America. Noi abbiamo bisogno di una comunità unita… Un saluto in particolare alle comunità di Brooklyn e di Montreal che ci hanno abbracciato come fratelli ed hanno dimostrato una professionalità d’alto livello.